Premessa alla Post
Cos’è la Post-produzione? Sia chiaro … post-produrre una fotografia non è il male!
Questo è un argomento controverso, dibattuto e spinoso perché, come è ben noto, allargare le proprie vedute attraverso la conoscenza e l’apprendimento, in generale, non è mai cosa facile. Dunque, cos’è la post-produzione, cosa significa post-produrre una foto?
Post-produrre una fotografia, significa semplicemente svilupparla.
Cos'è la Post?
La Fotografia è Arte e la Post-produzione è lo strumento per svilupparla.
Cos’è la Post-produzione? La Post non è arte, la Post è uno strumento (digitale) per sviluppare la Fotografia e, in quanto tale, dipende da quanto ne sappiamo di lui, da quanta esperienza abbiamo acquisito nell’usarlo e dal nostro personale grado di creatività.
Quindi, tecnica al servizio della fotografia.
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Dove si usa la Post?
Ecco i campi d’azione della Post-produzione.
Nel Cinema o Video Editing
Cos’è la post-produzione nel cinema? E’ l’ultima fase della produzione cinematografica ed è composta da differenti processi tra cui:
- il montaggio del film;
- la creazione degli effetti speciali visivi;
- la realizzazione del doppiaggio;
- la correzione del colore (direttore della fotografia);
- il taglio del negativo e la stampa della copia definitiva.
Nella Musica o Sound Editing
Cos’è la post-produzione nella musica? E’ parte integrante della produzione cinematografica o attività a sé. Le attività comprendono:
- la registrazione delle musiche;
- l’aggiunta degli effetti sonori;
- il montaggio della colonna sonora;
- missaggio finale e produzione.
Nella Fotografia o Photo Editing
Cos’è la post-produzione nella fotografia? E’ tutto quel processo digitale, utile per post-produrre una fotografia, che comprende svariate tecniche fra cui correzione e miglioramento nello sviluppo standard oppure fotoritocco, messa in posa e creazione di una nuova imagine nell’ambito della fotografia pubblicitaria (ADV), di quella commerciale (Catalog o Automotive) oppure di moda (Fashion Portraits).
Fotografia Analogica
L’uso della Post-produzione nella Fotografia Analogica
Partiamo dal presupposto che una Fotografia naturale non esiste e analizziamo il concetto di Fotografia Analogica.
Nella fotografia analogica venivano usate pellicole chimiche di due tipi: negative o invertibili. Le prime generavano immagini in negativo e, pertanto, dovevano essere successivamente stampate. Le altre, fornivano direttamente sulla pellicola l’immagine in positivo. Pellicole diverse avevano anche dominanti differenti come sensibilità, grana, posa e contrasto.
Lo sviluppo era fatto in camera oscura e richiedeva perfette conoscenze tecniche nel dosaggio di reagenti chimici e un sapiente uso di tempistiche d’azione e reazione. La soggettività dello sviluppatore/fotografo, concludeva l’opera.
Quindi assolutamente conoscenza tecnica, esperienza professionale, reattività interpretativa e quindi strumenti. Quindi, cos’è la post-produzione nella fotografia analogica?
La Fotografia Analogica usava strumenti tecnici per sviluppare l’immagine e, quindi parliamo di Post-produzione Analogica.
Fotografia Digitale
L’uso della Post-produzione nella Fotografia Digitale.
Oggi, nell’era del digitale, le fotografie che vengono scattate da un dilettante sono mediamente MOLTO più belle di quelle che lo stesso dilettante avrebbe scattato ai tempi della pellicola.
Le immagini vengono proiettate attraverso un sistema ottico, su un sensore elettronico sensibile alla luce per poi essere convertite in digitale e memorizzate su supporti di memoria.
Quasi tutto eseguito dalla macchina, il digitale ha abbassato la soglia d’accesso alle attrezzature professionali, democratizzato la fotografia e alzato notevolmente il livello medio.
Allora, scatto in JPG che è sicuramente più naturale, più rapido e quindi più social e, di sicuro, non vuol dire post-produrre una fotografia!
Scattare in JPG non genera mai immagini naturali ma sempre di qualità inferiore dovuta al proprio algoritmo di compressione che le rende, così, strumentalizzate e quindi post-prodotte.
Se puoi farne a meno, non scattare mai in JPG, scatta sempre in RAW!
I RAW e i files grafici
Per capire cosa sono i RAW bisogna conoscere i files grafici.
Per capire bene di cosa stiamo parlando, occorre fare una piccola digressione sui tipi di file digitali. Le macro-categorie di appartenenza sono VETTORIALE e RASTER.
Nella Fotografia si usano i file Raster.
VETTORIALE, i files grafici.
I files VETTORIALI, sono quelli basati su forme geometriche che determinano colori e caratteristiche dell’immagine e che, in modo assoluto, non alterano la qualità della stessa.
Sono possibili l’UP-Scaling e il DOWN-Scaling anche quando vengono sensibilmente ingranditi o rimpiccioliti.
I formati noti sono AI, EPS, SVG e il loro utilizzo principale è nel Desktop Publishing, pubblicità e nella Corporate Identity.
RASTER, i files grafici.
I file RASTER (dall’inglese griglia) sono determinati da pixel quadrati che contengono informazioni sul colore dell’immagine.
La quantità dei pixel presenti è data dalla risoluzione calcolata in DPi (dot x inch). Maggiore DPi vuol dire migliore qualità, 300 per il Desktop Publishing, 72 per il Web. Queste immagini se allargate o rimpicciolite perdono qualità.
Vietato l’UP-Scaling.
I formati noti sono RAW, JPG, TIF, BMP, PNG che, a loro volta, vengono ulteriormente suddivisi in base alla loro peculiarità di perdita di informazioni/qualità.
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Tipi di files RASTER
Vediamo come vengono suddivisi in base al loro potere di compressione.
Non compressi
Files che pesano maggiormente sulla memoria.
- RAW (grezzo) è il file solitamente utilizzato per mantenere intatta la qualità di un’immagine;
- BMP (Windows Bitmap) è veloce da leggere e da modificare ma comporta un maggior peso in termini di byte.
Compressione lossless
Minor spazio su disco, stessa qualità e risoluzione.
- PNG (Portable Network Graphics) è uno dei più usati, pesa poco e mantiene le eventuali trasparenze ed è quindi perfetto per il web;
- GIF (Graphics Interchange Format) che ha tra i suoi punti di forza la possibilità di creare delle immagini animate;
- TIFF (Tagged Image File Format), mantiene numerose informazioni importanti anche dopo la compressione; usato per scanner e stampanti.
Compressione lossy
Questi tipi di formato perdono qualità ogni volta che vengono salvati e modificati, non sono quindi adatti al fotoritocco ma sono perfetti per lo scambio di immagini via internet.
- JPG (Joint Photographic Expert Group) è sicuramente il formato più utilizzato, crea una potente compressione.
Quindi usiamo i RAW?
Eh certo (potreste obiettare), Steve McCurry ha detto che non ha mai post-prodotto una foto. Vero come è vero che questa affermazione è ingannevole. Lui non ha mai post-prodotto personalmente perché l’ha sempre commissionata al suo team di super esperti creativi.
In generale ma soprattutto per post-produrre una fotografia correttamente:
Scatta SEMPRE in RAW!
La PRE POST
Consigli utili su come lavorare in Post-produzione
Raccogli Informazioni
Nella Fotografia Naturalistica, così come per altre tipologie come quella Sportiva, di fondamentale importanza (per quanto possibile) è studiare in anticipo, location, soggetto, orario e clima. Nel mio caso, conoscere le abitudini dei soggetti, gli orari in cui sono più attivi e dare un occhio al meteo, favorisce di molto la riuscita dello scatto.
Immagina la Foto
La regola fondamentale per ottenere un buon risultato è immaginarsi la scena prima dello scatto vero e proprio. Sapere cosa si andrà a fotografare e, soprattutto, quale tipo di scatto vogliamo realizzare, senza dubbio aiuterà molto nello sviluppo dell’immagine finale. Nella foto della tigre della collezione Animals In Black (esempio advanced post), il ritratto finito è leggermente più grande e sicuramente più centrato. Al momento dello scatto, sapevo perfettamente quello che avrei voluto riprendere e poco mi importava il tipo di sfondo o l’esatta centratura del soggetto. Da tenere in considerazione, al contrario, luci e ombre della scena.
Lavora con i Livelli
Per tutte le Post è sempre consigliabile la duplicazione del livello zero (background). Importantissimo al fine di un lavoro ottimale. Lavorare con i livelli, non solo mette in sicurezza lo scatto originale, ma ti permette di avere copie di salvataggio in più, ti permette di gestire meglio ogni passaggio e, soprattutto, ti permette di utilizzare tecniche di blending.
I 4 tipi di Post
La Post-produzione è una ma le sue modalità d’uso sono 4.
Concettualmente, ogni qualvolta venga usato questo strumento allora si parla di Post. Tuttavia, tecnicamente, per post-produrre una fotografia è possible suddividerla in 4 livelli:
- La Cam Post o Post in camera;
- La Basic Post o Post standard;
- La Advanced Post o Post avanzata;
- La Rugged Post o Post estrema.
Basic Post o post-produrre una fotografia a livello base
La Basic Post è quella che si esegue, una volta scaricata l’immagine, in camera oscura digitale. Correzione del colore, luminosità, tonalità, nitidezza e distorsione.
Non è un caso che lo strumento predominante in Photoshop e Lightroom sia appunto CAMERA RAW.
Le tecniche più comuni sono il Grey Screen, varie tecniche di pulizia pixel e l’uso di Photoshop Tools come Brushes ed Actions dette anche Pennelli Photoshop e Azioni Photoshop.
Advanced Post o post-produrre una fotografia a livello avanzato
La Advanced Post è quello sviluppo che porta a condizioni artistiche particolari e che trasforma un’immagine in modo netto, assoluto e richiede molta tecnica.
Comprende tutte le tecniche di base e aggiunge tecniche avanzate come sfumature, glossy, glamour, dettagli e filtri avanzati.
Le azioni più comuni sono il Grey Screen, White Screen e varie tecniche di scontorno avanzato.
Rugged Post o post-produrre una fotografia a livello estremo
La Rugged Post, altro non è che una creazione dinamica di un contesto inesistente partendo da immagini esistenti:
- Occorre immaginarsi la scena finita;
- Analizzare l’immagine di partenza;
- Raccogliere informazioni come soggetti e oggetti da inserire;
- Realizzare scontorni di qualità;
- Impiantare i vari soggetti su base prospettiche dimensionali, toni e contrasti;
- Ombra e luci. Bisogna conoscere la luce per capire cosa può essere realmente illuminato e cosa no;
- Regolare contrasti, colori e dettagli.
Stili noti di Post
Applicazioni comuni e gli stili dei grandi fotografi.
Focus Stacking
Il Focus Stacking è uno stile che nasce dall’esigenza di massimizzare la profondità di campo. Utilizzato soprattutto nella macro, perché chiudere tutto il diaframma non è possibile o non sufficiente. Si usano, quindi, attrezzature come una slitta micrometrica, il led ring, un cavalletto e il telecomando remoto. Gli scatti, importati poi in Photoshop, vengono post-prodotti e uniti tramite il photomerge interno. Dopodiché si passa alla post-produzione tradizionale.
Multiple Frame Action Shot
Molto simile alla tecnica precedente, il Multiple Frame Action Shot, utilizzato soprattutto nella fotografia sportiva ma anche naturalistica (uccelli), usa tecniche di scatti multipli che, importati in Photoshop, vengono post-prodotti e uniti tramite il photomerge interno. Dopodiché, anche qui, si passa alla post-produzione tradizionale.
Gli stili e gli effetti più famosi
Oltre a filtri pre-impostati, social app e azioni, esistono effetti particolari e molto conosciuti che prendono il nome dai loro fondatori:
- Effetto Dave Hill: un mix di imaging e tecniche di illustrazione e illuminazione fotografica;
- Effetto Dragan: tecniche di bleach bypass (cinema) che rendono le immagini nettamente drammatiche;
- Effetto Orton: sovrapposizione di foto differenti della stessa scena, una nitida e l’altra sfocata unite con il blendig.
Esempi
Alcune “semplici” applicazioni di Post-produzione. Guarda anche la mia collezione Digital and Creative





